Tempo di vacanze natalizie e di pranzi e cene da gustare, secondo tradizione, in famiglia. Tanto al Nord quanto al Sud.
Il Natale è considerato in molte famiglie la festa più importante dell’anno. I cristiani celebrano la nascita di Gesù bambino, ma in realtà il Natale è una festa di amore e solidarietà, un po’ per tutti. Un’indagine di Coldiretti rivela che il 90% degli italiani trascorrerà questo giorno a casa. Ma accanto all’albero e al presepe, quali sono le pietanze regionali che gli italiani, come ogni anno, disporranno sulle proprie tavole?
Le tradizioni culinarie dello Stivale. In cerca di specificità regionali, scopriamo che le carbonade, fette di carne macerate nel vino e poi cotte in padella, sono tipiche della Valle d’Aosta, mentre in Piemonte non mancano in tavola ravioli e agnolotti, ma neanche il bollito e il cappone. In Veneto, ciò che proprio non può mancare alla Vigilia sono i cornioi, lumache cotte con vino bianco, aglio e altre spezie; spazio invece a brodo di manzo o cappone con tagliatelle per il menù di Natale.
Dolce per eccellenza del Natale è il panettone, di origine lombarda ma diffuso in tutta Italia, da consumare nella versione più classica, con uvetta e canditi, o farcito con creme, per i più golosi.
Spostandoci in Centro Italia, in Emilia Romagna troveremo in tavola spaghetti con sarde o tonno, ravioli di zucca al burro e il Pan Speziale come dolce, con una tradizione in vita fin dal Medioevo. Sulle tavole della Toscana, il giorno della Vigilia, si mangerà il bardiccio, salsiccia di maiale al finocchio, da accompagnare con vin brûlé. In Abruzzo, come in molte regioni di Italia, vi è la tendenza ad evitare la carne il giorno della vigilia, preferendo invece menù a base di pesce; un alimento molto diffuso è il baccalà, pesce povero e facilmente reperibile, cui si affiancano piatti che variano da regione a regione. La carne è invece la regina del menù abruzzese di Natale, in cui è presente di solito il brodo di carne con crespelle, le lasagne al ragù o i timballi di pasta.
Al Sud Italia, invece, ricca è la tradizione natalizia campana con frutti di mare, baccalà e capitone fritto per la tavola della Vigilia, minestra maritata a base di verdure e carne, con struffoli per dolce, serviti invece il giorno di Natale. Neanche la Sicilia a Natale è da meno: qui, la cena e il pranzo di Natale sono una vera e propria istituzione. Spazio al baccalà, fritto con olive o condito con limone, da servire come antipasto della Vigilia, seguito da crespelle con ricotta e acciughe fritte. Delle crespelle a Catania c’è anche la versione dolce. Sulle tavole siciliane non mancheranno poi nei giorni di festa le scacciate, cioè le torte salate ripiene.
Piatti che invece sono comuni a quasi tutte le regioni italiane sono l’insalata russa, da preparare con verdure bollite, patate e maionese, il vitello tonnato, cioè un filetto di vitello condito con una salsa a base di tonno, uova, capperi, acciughe ed olio e tanta frutta secca, per concludere i pasti in bellezza. Immancabile poi il brindisi con lo spumante a mezzanotte.
Cibi freschi e sani: la controtendenza per le feste. Accanto al rispetto delle tradizioni, si respira un po’ in tutta Italia un interesse crescente verso preparazioni culinarie, da mettere in pratica anche nelle feste natalizie, che siano sì nel segno della tradizione, ma concilino il gusto con la salute. Complici i media, che cercano di veicolare sempre di più l’importanza di assumere comportamenti alimentari “sani”, e il web, dove si diffondono a macchia d’olio siti come ad esempio Almeglio.it o Fondazioneveronesi.it, nei quali gli esperti mostrano virtù e benefici dei cibi freschi e sani, da includere nella propria alimentazione. È così che gli italiani risultano il primo popolo in Europa per l’attenzione alle etichette e alla composizione dei cibi e si preparano sempre più spesso a realizzare un menù natalizio che strizza l’occhio al benessere, con preparazioni che privilegino l’utilizzo di olio extravergine di oliva, le cotture al forno al posto della frittura, le verdure di stagione.
Ma siamo proprio sicuri che uno strappo alla regola non si possa fare, almeno a Natale?