… anche in assenza di un cerficato di morte
Riflessione a cura di Marco Grappeggia
Presidente Direttivo Università Popolare degli Studi di Milano
Università Popolare di Milano
Mi si perdoni l’affermazione sopra detta, titolo di questa mia nuova (forse leggermente provocatoria atta a risvegliare le coscienze intorpidite) riflessione. Anche se non sono Teologo o Antropologo Culturale so ben che la morte è tabù, universalmente, ma io sono notoriamente anticonformista, dalla gestione delle Università al resto di quanto la vita offre. Si tranquillizzino i lettori, non sono diventato “ex abrupto” necrofilo, ma ritengo che certi esempi, crudi, forti, scioccanti, abbiano o possano avere la piena capacità di colpire subito ed efficacemente l’immaginario collettivo. Esistono situazioni “de facto” che nessun burocrate potrà mai permettersi di non riconoscere, salvo cadere nel censurabile, nell’illegittimo, nel comico proprio del mitologico Ufficio “U.C.A.S.”, acronimo per Ufficio Complicazione Atti Semplici.
Un cadavere è un uomo morto, “de facto et de jure”, è abiotico, privo di vita anche se un Pubblico Funzionario preposto dovese rifiutarsi di stilare, doverosamente, per dovere di ufficio, un certificato di morte o volesse, paradossalmente dichiararlo in vita, vivo e vegeto. Un parallelismo, “Cicero pro domo sua”, dopo questo forse macabro ma efficiente ed efficace cappello introduttivo. Con la “Presa d’Atto” del M.I.U.R., la Repubblica Italiana ha preso atto formalmente ed ufficialmente della Nostra nascita come “Università Popolare degli studi di Milano”, cioè della internazionalizzazione della “Università Popolare di Milano” fondata nel lontano 1901, ha preso atto della Nostra esistenza come “Università Internazionale”.
Università Popolare degli Studi di Milano
Da qualche tempo, misteri italiani, pur essendo Noi vivi e vitali, alacri promotori e produttori di cultura, fomentanti istruzione di rango superiore, universitario, di Diritto Internazionale, è giunto come un fulmine a ciel sereno un nuovo Funzionario Pubblico, del M.I.U.R., sempre del M.I.U.R., lo stesso dicastero, che vorrebbe dichiararci morti, anzi, mai nati o figli bastardi, illegittimi, illeciti, della vetusta Università Popolare sopra detta, illegittimi in cosa e per cosa ed a riguardo di cosa? Di poche lettere a Suo personale considerare e dire criminali, “degli Studi”, che secondo le norme giuridiche vigenti non risulta, in effetti, concretizzare alcuna fattispecie penalmente rilevante, illegittimi come se fosse tale precisazione, una scritta gravissima, onerosa, blasfema, da interdire, non pronunciabile e non scrivibile, contrariamente alla realtà oggettiva dei fatti. Tale severo Servitore dello Stato e della Legge, della Giustizia, ha deciso di ignorare e cancellare il Nostro “Certificato di Nascita” precedente, valido “erga omnes”, verso tutti, rilasciatoci sì, in nome della Legge e della Legalità ed ai sensi di Legge, pensando di potere impunemente stracciare, per così dire tale “Presa d’Atto” anzidetta o di accartocciarla, farci una bella palla cartacea e gettarla nel cestino dell’ufficio, manco fosse uno sport olimpionico o una lecita attività di natura ludico-ricreativa. Personalmente sono contrario a questo tipo di Mini Basket, irrispettoso della Legge, del buonsenso e dei Diritti dei Cittadini. Tanto le persone fisiche quanto le persone giuridiche hanno dei Diritti che non si possono calpestare a piacere, solo perché forti di una posizione dirigenziale (talvolta trasudante potere assoluto medievale) salvo ammettere che non siamo più uno Stato di Diritto, una Democrazia ma uno Stato Dittatoriale nel quale i Cittadini non sono che servi e schiavi, non Popolo ma gregge, con i Diritti Fondamentali dell’Uomo e i Diritti Civili fortemente compressi se non addirittura cancellati.
Un Ateneo Internazionale legalmente costituito e riconosciuto non può arbitrariamente essere contrastato con ogni mezzo, essere sciolto o inficiato nel rilascio di titoli accademici, salvo non ammettere la sconfitta del Diritto e la conseguente Tomba della Democrazia.
Un Nobile vero è tale anche in assenza di un riconoscimento dallo Stato ed un Ateneo vero resta tale, incontrovertibilmente, anche se lo si dichiara falso o non legittimo, così come un decuius è tale anche in assenza di un certificato di morte. La realtà oggettiva delle cose non si può né deve cambiare arbitrariamente e chi cerca di farla passare per soggettiva non può che indignare profondamente gli uomini giusti.