Grazie alla mindfulness, si apprendono le modalità con le quali è necessario entrare in contatto nel presente con sé stessi, sia nella mente che nel corpo. Tramite un’osservazione dell’esperienza che deve essere sempre curiosa e mai giudicante, vengono svelati i meccanismi che alimentano in modo automatico le dipendenze: la mindfulness insegna come fidarsi della saggezza innata che ciascun individuo ha dentro di sé, il primo passo da compiere per andare incontro a una disintossicazione dalle dipendenze.
Frequenza delle ricadute nelle dipendenze patologiche
La frequenza di ricaduta per le dipendenze patologiche è particolarmente elevata, sia nel caso in cui esse riguardino i comportamenti, come la dipendenza da gioco d’azzardo (la cosiddetta ludopatia), sia nel caso in cui siano dovute all’abuso di sostanze, come nel caso dell’alcolismo o dell’assunzione ddi droghe. Proprio a causa di questa frequenza così altan è necessario far fronte alla questione delle ricadute, tramite strumenti pratici che permettano di contrastare la loro comparsa.
Rapporto tra mindfulness e prevenzione delle ricadute
Il ricorso alla mindfulness per la prevenzione delle ricadute rientra nel novero degli interventi definiti evidence-based, vale a dire fondati su evidenze scientifiche. La mindfulness può essere identificata come uno stato mentale che si contraddistingue per l’adozione di un atteggiamento di curiosità e di apertura verso l’esperienza presente. Una sorta di lasciar andare, insomma, che non implica mai un giudizio, ma che si basa sulla gentilezza e sull’accettazione.
Il programma messo in atto per la prevenzione delle ricadute
L’approccio cognitivo comportamentale, integrato con pratiche di mindfulness che coinvolgono i sensi, le emozioni, i pensieri e il corpo, è indispensabile nel contesto di un programma finalizzato alla prevenzione delle ricadute delle dipendenze patologiche. Al paziente vengono insegnate delle strategie di coping che hanno lo scopo di contenere lo stress e che, al tempo stesso, facilitano la gestione del craving. Tali strategie, inoltre, permettono di interrompere la compulsività e la reattività in automatico, facendo fronte alle circostanze che presentano un rischio di ricaduta significativo.
Il programma di prevenzione delle ricadute è efficace?
Varie ricerche di carattere neuro-scientifico hanno messo in evidenza la capacità della mindfulness di innescare dei cambiamenti dal punto di vista cerebrale in grado di compensare, se non addirittura di riparare, diversi danni che le dipendenze hanno causato: si parla di neuroplasticità. Il programma di prevenzione sostiene un percorso di recupero che dimostra di funzionare tramite la presa di coscienza della situazione di dipendenza e la sua accettazione; al contempo, viene accentuata la motivazione verso il cambiamento, diretto a uno stile di vita più sano.
Gli interventi sulle dipendenze patologiche derivati dalla mindulfness limitano l’intensità e la frequenza del consumo di sostanze, ma sono efficaci anche nel limitare il disagio psicologico, contenendo la depressione e gli stati di ansia. Si verifica, d’altro canto, un aumento della capacità di regolazione emotiva, che si accompagna a un incremento dell’attenzione e a un miglioramento del potere decisionale e della memoria. A risentirne in positivo, dunque, è il funzionamento neurologico e psicologico nel suo complesso. La ricaduta nelle dipendenze, dal punto di vista neurobiologico, può avere origine nel circuito del piacere, nel sistema del controllo prefrontale o nel circuito delle abitudini.
La mindfulness, secondo alcune indagini, riesce a influenzare i cambiamenti dei processi cerebrali top down e bottom up: da un lato vengono migliorate le funzioni cognitive, mentre dall’altro lato si agisce su una diminuzione della reattività al craving e allo stess.