Dimagrire senza diete è possibile con un percorso di consapevolezza alimentare
Dieci incontri di gruppo (li trovate alla pagina “basta diete inutili“) per la gestione del peso corporeo ogni due settimane: è questo quanto propone l’Associazione Eco di Torino, formata da un gruppo di psicologi e rivolto a tutti coloro che hanno iniziato numerose diete poi interrotte, che quando sono in ansia o arrabbiati aprono il frigo, la dispensa, che terminano il pasto senza prestare attenzione al sapore del cibo, che smettono di mangiare solo quando si sentono troppo pieni o è finito il cibo, che si sentono in colpa o falliti dopo aver mangiato.
L’Associazione Eco mette a disposizione uno psicologo per un colloquio gratuito di conoscenza reciproca.
Abbiamo chiesto alle dottoresse Katia Querin e Luigina Pugno di spiegarci perché non bastano le diete “fai da te” per dimagrire (oltre a creare scompensi, smettendo si riprende il peso corporeo di prima velocemente) e in cosa consistono questi incontri utili per acquisire consapevolezza e contrastare così l’aumento di peso.
Iniziamo con una domanda semplice. Perché si aumenta di peso?
In assenza di patologie fisiche si aumenta di peso quando l’introito di calorie supera il loro consumo. Inoltre l’aumento di peso può essere un indizio della presenza di un disturbo alimentare, come la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata.
Perché è frequente che le diete “fai da te” non funzionino?
Le diete fai da te non funzionano, perché hanno come obiettivo la riduzione delle calorie assunte e non la modifica del comportamento alimentare che porta ad assumerne in eccesso. Le diete “fai da te” poi, spesso non tengono in considerazione il fabbisogno nutritivo ed energetico specifico della persona, favorendo in questo modo l’adozione di abitudini alimentari scorrette che possono ripercuortersi sulla salute globale della persona.
Perché dunque è importante “non fare tutto da soli” per risolvere i propri problemi alimentari?
È molto difficile cambiare “un’abitudine” che è diventata un automatismo. Si stima che per rompere un automatismo bisognerebbe con costanza attuare il comportamento desiderato per almeno sei mesi, in modo che il nuovo comportamento diventi una nuova abitudine. Quando si tratta di distribuire meglio l’alimentazione durante la giornata questo è più facile, ma quando si usa il cibo non solo per l’alimentazione, ma come anestetico o mezzo per regolare le emozioni la cosa diventa complicata. Ecco perché è fortemente raccomandato rivolgersi a specialisti competenti: il medico dietologo per seguire un regime alimentare corretto e sicuro; lo psicoterapeuta per acquisire consapevolezza e affrontare gli aspetti psicologici implicati nei disturbi alimentari
In cosa può aiutare l’esperienza di uno psicologo, di una psicologa?
Lo psicologo aiuta la persona a lavorare sulla componente emotiva che c’è nell’alimentazione, e sugli eventi che lo hanno portato ad usare il cibo come sedativo o valvola di sfogo. Quando si lavora su eventi che hanno causato sofferenza è normale che inizialmente la persona continui ad utilizzare il cibo per gestire il malessere, quindi in parallelo lo psicologo deve anche far acquisire strategie più sane per gestirlo. Il lavoro è dunque finalizzato ad aiutare la persona a riconoscere e divenire consapevole delle proprie modalità disfunzionali di gestione delle emozioni e a migliorare il rapporto con se stessa, con il proprio corpo e con il cibo.
Pariamo del Cosa ottengo dopo 10 incontri del percorso esperienziale proposto da Associazione Eco?
Innanzitutto un aumento di consapevolezza di emozioni, pensieri e sensazioni fisiche. Spesso le persone non hanno coscienza di ciò che le spinge a mangiare, o di attuare attività di compenso come il digiuno, la restrizione alimentare, l’uso di farmaci, il vomito.
Una diminuzione della vulnerabilità personale attraverso l’attivazione delle risorse interiori.
Una diminuzione della ruminazione su di sé e dei pensieri ossessivi riguardanti il cibo, la dieta e la forma del corpo.
L’acquisizione di strategie funzionali nella gestione delle proprie esperienze emotive.
Infine un aumento del senso di autocontrollo e di efficacia personale.
Il lavoro in gruppo è alternativo al lavoro individuale con uno psicologo?
No, non lo è, perché non è possibile lavorare in questo gruppo su esperienze personali passate, a volte traumatiche, che devono quindi essere affrontate a livello individuale.
Partecipare a questo gruppo in associazione alla terapia individuale consente di gestire i sintomi dei disturbi alimentari dando una spinta verso la risoluzione in tempi inferiori a quelli della sola psicoterapia.
In gruppo si realizzano esperienze di condivisione, si sperimenta empatia e ci si può confrontare su soluzioni alternative da parte di chi vive o ha vissuto la stessa esperienza.
Si può anche prendere parte a questa attività senza essere in terapia, perché vengono toccati temi che permettono di fare anche un lavoro personale su di sé.
Avete domande sulla perdita di peso? Inviatecele a redazione@clinicaebenessere.it oppure visitate la pagina “Basta Diete inutili!” dell’Associazione Eco.
La Dr.ssa Luigina Pugno è psicoterapeuta con indirizzo cognitivista, sessuologa clinica, terapista formata in EMDR e psicotraumatologia (livello practitioner), progettatrice e presidente dell’Associazione Eco. Si occupa di psicoterapia degli adulti e riabilitazione psichiatrica. È esperta in: elaborazione del lutto, disturbi alimentari (bulimia e iperalimentazione), problematiche sessuali, disturbi d’ansia, disturbi di personalità e dissociativi, PTSD e PTSD complesso. Utilizza in terapia anche la mindfulness e l’ipnosi.
La Dr.ssa Katia Querin è Psicologa e psicoterapeuta a indirizzo sistemico-relazionale. Si occupa di sostegno, consulenza e psicoterapia per minori, adulti, coppie, famiglie. Ha maturato esperienza nella realizzazione di percorsi psicodiagnostici e interventi di sostegno e terapia rivolti a minori, nonché nella valutazione e nel sostegno alla genitorialità. Si occupa di problematiche legate a particolari fasi del ciclo di vita individuale e familiare (problematiche scolastiche, disagio lavorativo, difficoltà relazionali di coppia, maternità, genitorialità, separazioni), disturbi d’ansia, disturbi dell’umore. Haacquisito competenze nell’ambito della valutazione neuropsicologica e nella realizzazione d’interventi di stimolazione cognitiva rivolti ad anziani, anche portatori di patologie dementigene; ho inoltre maturato esperienza nel sostegno alla terza età e ai familiari di persone anziane.
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