Calcoli alla cistifellea: cosa si può fare?
Come vengono trattati i calcoli alla cistifellea, ed è possibile prevenirli? Abbiamo chiesto al dottor Francesco Bruno, chirurgo generale e vascolare con studio a Chieri, in provincia di Torino, maggiori informazioni su quello che è un problema che può colpire chiunque.
Per prima cosa è necessario comprendere cosa sia la cistifellea, nota anche con il termine medico di colecisti. La colecisti è un organo, dalla forma vagamente assomigliante a una pera, posizionato sotto il fegato, che raccoglie la bile prodotta dal fegato per facilitare la digestione e l’assimilazione del cibo, e soprattutto di alcuni suoi componenti come il colesterolo.
I calcoli alla cistifellea, o alla colecisti, sono causati da alcuni problemi di funzionamento di questo organo, che portano alla solidificazione della bile, che di conseguenza non riesce più a uscire per svolgere il suo compito, portando a un’infiammazione della cistifellea stessa.
I sintomi principali che possono indicare la presenza di calcoli nella cistifellea sono:
- nausea e vomito causati da una cattiva gestione degli acidi e da un accumulo di residui da parte della cistifellea;
- dolore al quadrante destro dell’addome irradiato alla spalla, alla schiena e al braccio. Si tratta di un sintomo che dura normalmente un quarto d’ora, ma può continuare per diverse ore;
- difficoltà di digestione, con conseguente rigonfiamento dell’addome;
- mancanza di appetito causata dalla pressione che esercita la cistifellea sullo stomaco;
- cambiamenti nella colorazione dell’urina che acquisisce una tonalità giallognola o marrone;
- febbre
- ittero, nel caso in cui ci sia un accumulo eccessivo di bilirubina che rimanendo nel sangue si insinua nei tessuti del corpo e negli occhi facendo acquisire alla pelle un colorito tendente al giallo;
- sonnolenza, infatti i calcoli biliari provocano anche stanchezza causata da una cattiva e lenta digestione.
Le cause principali sono diverse, e in parte connesse fra loro:
- fattori genetici,
- peso,
- età
- diabete
- eccesso di estrogeni a seguito della gravidanza o dell’assunzione di pillole anticoncezionali.
Una delle cause dei calcoli alla cistifellea è un aumento del colesterolo nella bile, causato da variazioni di peso, sia in caso di sovrappeso sia in caso di digiuno. L’aumento del colesterolo nella bile, che ha la funzione di smaltirla, diminuisce l’efficienza della cistifellea stessa, che non riesce più a svuotarsi in maniera regolare e corretta, portando ad accumuli che si trasformano, di conseguenza, in calcoli.
Come si curano i calcoli alla colecisti?
Quando, in seguito ad una ecografia, eseguita ad esempio nello studio medico del dottor Bruno, vengono identificati dei calcoli, di solito sono definiti silenti, se non danno nessun disturbo, rendendo quindi inutile l’operazione. Se invece il paziente ha subito interventi come un trapianto di cuore, o sono presenti lesioni legate alla proliferazione di un polipo, specie in associazione con i calcoli biliari, è necessario effettuare un intervento chirurgico per rimuovere la cistifellea. Allo stesso modo, è necessario intervenire quando i sintomi sono frequenti e dolorosi.
Come prevenire i calcoli alla cistifellea
È possibile prevenire la formazione di calcoli alla cistifellea evitando di mangiare troppi grassi. Un aiuto arriva anche dalle fibre presenti in alimenti come frutta e verdura; anche il calcio svolge un’azione importante per la diminuzione del rischio di comparsa dei calcoli biliari. Prima di arrivare all’intervento chirurgico è possibile effettuare alcune modifiche alla propria dieta, per favorire la naturale eliminazione dei calcoli, come mangiare alcune erbe e piante possono aumentare la produzione di bile e, nello stesso tempo, ridurre l’assorbimento del colesterolo nel fegato. Le piante medicinali come il carciofo, il cardo, la cicoria, il rosmarino, il tarassaco, l’enula, il finocchio, la melanzana, la borragine, l’aloe, l’uva, il limone, le ciliegie, le fragole, la cipolla, la menta piperita, il rabarbaro, il boldo, l’assenzio e l’avena migliorano e favoriscono lo svuotamento della cistifellea.
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